giovedì 2 aprile 2009

Chi era Gesù?

Ho appena terminato il libro di Corrado Augias e Mauro Pesce Inchiesta su Gesù, un testo di ricerca storica in senso skinneriano sull'uomo forse più importante della storia dell'umanità. Ma di uomo per l'appunto stiamo parlando. Quello che ho compreso lo posso riassumere così:

Gesù era un ebreo, esistito per certo, il cui vero nome era Yehoshua ben Yosef (ovvero Gesù figlio di Giuseppe), mentre l'attributo Cristo è solo la traduzione greca del termine mashiah, messia. Ebbe almeno altri 6 tra fratelli e sorelle, quindi non credo che Maria possa essere considerata vergine. Comunque nel libro troverete moltissime di queste informazioni.

Passando agli aspetti che più mi premono posso dire che Gesù era un ebreo che voleva rinnovare la sua religione, ma non fondarne una nuova. Era un sovvertitore sociale, voleva che i giovani rifiutassero i modelli tradizionali di società, ed aveva una predilezione per gli ultimi, ovvero i malati ed i poveri. Ma tutto ciò non implicava violenza, perchè a breve sarebbe venuto secondo lui il regno di Dio e chi fosse rimasto fedele ai vecchi schemi sarebbe finito all'inferno. Era schivo e prediligeva le piccole città per predicare, tant'è che la prima volta che andò a Gerusalemme al terzo giorno fu arrestato, processato e crocifisso (anche sul ruolo della crocifissione c'è poi nel libro un capitolo ad hoc, che ne spiega la funzione al tempo).

La religione che porta il suo nome nacque nel II secolo d.C. (ufficialmente, ma il percorso era cominciato già durante la sua vita, ed ebbe importanti sviluppi quando si mischiò con le filosofie neoplatoniche, gnostiche, nichiliste, ecc.) ad opera del vescovo di Lione, Ireneo (nel suo libro Contro le Eresie). Già nei vangeli accolti come Nuovo Testamento (nelle loro versioni originali e non in quelle tradotte ad hoc dalla chiesa) ci sono versioni molto discostanti sulla vita di Gesù, versioni che si sono scontrate nei vari concili, tra cui il più famoso resta quello di Nicea del 325 d.C. Il cristianesimo evolvendosi al di fuori della terra di Israele si configurò sempre più in chiave antiebraica tant'è che solo nel Concilio Vaticano II, con il documento Nostra Aetate (1965) si romperà questa ostilità. Ciò non ha impedito il fatto che all'interno del Vaticano si sviluppassero due correnti: una che vede nell'ebraismo il "fratello maggiore" del cristianesimo, che riconosce che Gesù era un ebreo e che nega che la responsabilità della sua morte sia degli ebrei in toto; l'altra che è più legata alla dottrina classica e che vede nella conversione a cristo l'unica via di salvezza. Manco a dirlo Ratzinger appartiene a questa corrente, che tra l'altro è in aumento perchè stà scomparendo la coscienza dei crimini commessi direttamente e indirettamente dal Vaticano (e non riesco a capire come facciano visto quanti ne hanno commessi e continuano a commetterne!)

Infine ciò che più mi ha colpito è il paradosso cui fu soggetta la sua azione: fece tutto ciò in favore del suo popolo, quello ebraico, mentre dopo la sua morte il cristianesimo si configura in funzione antisemitica, con implicazioni per gli ebrei tutt'altro che piacevoli, per usare un eufemismo. Se avesse avuto il dono della veggenza e avesse potuto vedere nel futuro chissà se avrebbe fatto ciò che ha fatto?!

Resta il fatto che dobbiamo considerarlo forse il capostipite tra gli agitatori sociali non violenti della storia. E credo anche da ateo che fosse un grande uomo. Ma per saperne di più leggete il libro!

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