martedì 17 febbraio 2009

Il Paese Delle Libertà

Condannato Mills per corruzione in atti giudiziari a 4 anni e mezzo, ma non si sà il colpevole. Cioè chi l'ha corrotto. Cioè si sà ma la sua deposizione e tutti gli atti a lui collegati sono stati stralciati in attesa che la Corte Costituzionale si dichiari sulla legittimità o meno del lodo Alfano.

E tutto ciò senza che i telegiornali gli dessero risalto, senza che la notizia comparisse in prima pagina nemmeno sulle pagine di ADN-KRONOS nè su quelle dell'ANSA. Certo Eluana fosse campata quanto avrebbe dovuto la notizia non sarebbe apparsa nemmeno in fondo ai tg, vista la concomitante elezione in Sardegna (dove peraltro Egli si è macchiato di un altro reato, ovvero del voto di scambio, promettendo infrastrutture e risorse in cambio dell'appoggio al proprio candidato).

Da rimarcare le dichiarazioni di alcuni noti personaggi:

Per Niccolò Ghedini (per alcuni è lui il vero ministro della giustizia ma questa è solo una supposizione...) la condanna di Mills è totalmente dovuta al Giudice "dr.ssa Gandus, dichiarata e pubblica esponente della sinistra estrema";

Per Daniele Capezzone, portavoce PDL, gli Italiani non dormono più e si sono stancati di giudici che tentano di ribaltare l'esito delle elezioni. Giudici ideologici e giustizialisti (un giorno bisognerà spiegare loro che pretendere di far rispettare la legge non è una cosa in contrasto con la democrazia nè col buon governo) ovviamente.

Per Antonio Di Pietro, leader IDV e noto giustizialista, Berlusconi dovrebbe dimettersi:

Che cazzo c'entra Berlusconi?

P.S.
Attendo con ansia il pensiero del noto intellettuale Maurizio Gasparri...

martedì 10 febbraio 2009

Un passo avanti e quattrocento indietro!

Voglio postare una parte di intervento di un mio carissimo amico che ritengo un capolavoro, in maggior ragione anche perchè prodotto da un credente, un vero credente. Il post integrale lo trovate su http://uaiemsiei.blogspot.com/ con il titolo "IL DOVERE DI ALZARSI":

[...] Ma mentre violentiamo la Costituzione per evitare pericoli affini alle "belle ragazze", è bene dirottare l'attenzione su magneti mediatici dal sapore voyeur, perchè in fondo la privacy va tutelata solo per via telefonica. Non spenderò una parola sul caso di cronaca che in questi giorni genera opinioni come l'acqua moltiplicava gremlins: ne trarrò spunto per riflettere sul marcio che vi ristagna sul fondo. Sono infatti giunto alla conclusione, nel paradosso delle strumentalizzazioni sulla famiglia Englaro, che non si possa essere, dichiararsi o professarsi nel medesimo tempo cristiani e cattolici. Il messaggio evangelico è di tale rivoluzionaria portata da non potersi più nascondere dalla realtà confinandosi nel refran "Chiesa e religione cattolica non sono la stessa cosa". La Chiesa, di fatto, parla a nome di tutti coloro che si dichiarano fedeli, che essi lo vogliano o no. Un rappresentante magno che riabilita negazionisti (e io gli credo, sul fatto che non sapesse delle posizioni dei lefebvriani. Se le avesse sapute, li avrebbe riabilitati molto prima) non si può dichiarare pastore di una intera comunità, e compiere azioni tecnicamente lobbistiche a loro nome. Un cardinale non può agire da uomo politico in un paese democratico dicendo di rappresentare chi non l'ha potuto eleggere, e giustificando la sua l'intromissione in una causa privata con le sue convinzioni religiose. O meglio: può, possono, ma solo se veramente la comunità cattolica ne condivide in toto le parole e gli atti.

Provengo da una famiglia cattolica, e pur non essendolo ho spesso collaborato con organizzazioni cattoliche nell'arco dei progetti a cui partecipavo, e so che la costernazione non è appannaggio del solo mondo non religioso. Ma perchè questa ingerenza non degeneri ulteriormente, rivolgo il mio appello ai credenti che si dichiarano cattolici. E' una mano tesa, ma tesa con vigore: non è più tempo di salvare la faccia con frasi ad effetto, bisogna mettersi in gioco pubblicamente, negare che queste gerarchie parlino anche a nome vostro, sconvolgere i media di comunicazione con prese di posizione dirette e decise - e non con qualche intervista che può essere facilmente svilita con l'etichetta di voce fuori dal coro- dimostrare massivamente che non sempre tacere è sinonimo di non avere niente da dire. Fate essere gli altri italiani orgogliosi di avervi al proprio fianco, e non schifati dall'organizzazione che vi tiene ostaggi di un credo che non rappresenta. Aggiungetevi alla protesta, troppo facilmente strumentalizzabile quando fatta da chi non professa o non crede, di chi è stanco di vedere l'Italia come un laboratorio d'etica della chiesa cattolica.

Per crescere, come società e come cultura a cui appartenere, abbiamo bisogno di farlo insieme. Il mio appello è a voi, che come cristiani avete oggi il dovere di alzarvi.

Un abbraccio speranzoso

Tommy [...]


Cosa posso aggiungere? Le uniche parole che mi girano in testa sono di condanna per il bigottismo e la "scarsa intelligenza" (per usare un eufemismo non volgare) dimostrata da quei credenti che si dichiaravano per la vita e che in realtà non facevano altro che tentare di imporre la propria volontà anche a chi non la pensa come loro. C'è poi da considerare lo sciacallaggio politico che è stato fatto della vicenda frutto del basso livello (un complimento!) della nostra classe dirigente. Ovviamente i giornali ci hanno marcito sopra (basta vedere i servizi di studio aperto, mamma mia!). Ma per fortuna è riuscita a morire in tempo.